domenica 25 maggio 2008

My Sassy Girl: una Lamù tutta terrena

Titolo: My Sassy Girl
Paese, anno: Corea del Sud, 2001

Regia: Kwak Jae-young

Interpreti: Tae-hyun Cha, Ji-hyun Jun, Jin-hie Han, Sook-hee Hyun, Il-woo Kim

Genere: Commedia

Prendete il fascino un po’ acido di Lamù (sì, proprio l’aliena seminuda con i capelli blu), aggiungete una buona dose di commedia romantica di matrice americana, e spruzzate abbondante ironia asiatica: il risultato è “My sassy girl”, un film agrodolce riuscitissimo che riconcilia con un genere che sembrava non avere più molto da dire. La pellicola in questione è tra i maggiori successi del cinema coreano (che a quanto pare non sforna solo thriller maledetti, mattonazzi e horror altrettanto “granitici”), ed è stata il trampolino di lancio per due giovani attori che oggi sono contesi dai più quotati registi asiatici (la splendida protagonista, per esempio, è apparsa nel più recente “The Uninvited”, oltre che nel sofisticato “Il mare”).
L’inizio della vicenda è in puro “Oriental Style”, con il gusto, tutto asiatico, di accostare ironia e romanticismo a uno smaccato senso del grottesco quasi trash. Lui, uno studente piuttosto pacato, incontra per caso lei, una bizzarra ragazza ubriaca, mentre è intenta a vomitare sul parrucchino di un malcapitato vicino di sedia nella metropolitana.
Gyeon-woo, così si chiama lo studente che ha davvero molti tratti in comune con l’Ataru Moroboshi della già citata serie di cartoni, finisce suo malgrado per “incastrarsi” nel destino strampalato di una Lamù tutta terrena, ritrovandosi coinvolto in situazioni esilaranti e spesso estreme solo per la necessità di rispondere alle “sfide” lanciate dalla algida e bellissima protagonista. Così lo vedremo tuffarsi in un lago per informare la ragazza dell’esatta profondità dell’acqua, mentre scambia le sue scarpe da tennis con i tacchi a spillo di lei per una strana passeggiata in un parco, o ancora intento a sopravvivere a una nottata in carcere per colpa dell’ennesimo brutto tiro della sua compagna di sventura. Soltanto la mimica facciale dei due protagonisti meriterebbe la visione di “My sassy girl”, una ventata d’aria fresca laddove ormai non si respirava quasi più.
A parte le “scenette” buffe marcatamente “manga”, il film regala momenti di pura “sospensione” malinconica e introspettiva, proponendo una visione sognante dei rapporti che legano l’esistenza di un individuo alle imperscrutabile logiche del fato, e imbastendo una storia che, pur nella leggerezza formale del suo impianto, coinvolge, emoziona e, tra una risata e l’altra, fa anche pensare.
I
l colpo di scena finale, sebbene un po’ prevedibile per gli spettatori più smaliziati, chiude il cerchio su una commedia godibilissima e nient’affatto banale. Un film da vedere, per i romantici incalliti, per gli amanti dei manga, e per tutti quelli che sono stufi del binomio sentimento-monotonia a cui un certo cinema ci ha abituato.

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