lunedì 17 dicembre 2007

Involuzione di un genere?

Tempo fa, credo sulle pagine del "Falcone Maltese", il buon Sandrone Dazieri, discettando sulla strana materia che prende il nome di noir (ma anche di thriller, hard-boiled, mistery, e chi più ne ha più ne metta), parlava dell’ “altrove”, inteso come terreno per l’ibridazione dei generi, e per la rottura degli schemi che talvolta (sempre più spesso) rischiano di imbavagliare il noir tra le quattro mura (quattro pagine) del già detto. Io penso che oggi sia proprio l’altrove a mancare, la volontà, o quantomeno il tentativo, di superare gli schemi, di sperimentare vie alternative e virare il giallo e il nero verso tinte differenti. Stingere per non sbiadire.
E poi ormai la cronaca batte la fiction sul campo della spettacolarità, dell’originalità e purtroppo anche della crudeltà, e se non ci si vuole rassegnare all’appiattimento del genere bisognerà battere sempre più i sentieri di una letteratura “bastarda”.

I lettori, gli spettatori nel caso del cinema e della televisione, si sono assuefatti all’idea della violenza, della morte, così come a quella del sesso (non a caso eros e thanatos vanno quasi sempre a braccetto sui palinsesti televisivi); l’amore e la morte fanno parte del quotidiano, sono elementi che non sono sfuggiti alla banalizzazione dei nostri tempi, e per questo, per chi scrive, è fondamentale guardare un po’ più lontano del tubo catodico di un televisore al plasma, se non altro per onestà intellettuale nei confronti di chi i libri, bontà sua, andrà a comprarli, e si spera anche a leggerli. Non potendo essere più cattivi, perché la cronaca è cattivissima, si deve (si dovrebbe) essere almeno più creativi. Alla fine è solo una questione di genio e di inventiva, il resto svanirà come neve al sole… anche se visto il freddo di questi giorni temo che il sole si farà un po' attendere. Purtroppo.
Auguri neri a tutti, anzi nerissimi!

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